Non avrai altro dio al di fuori del ROI…

C’è un vecchio detto nel mondo del business:

Turnover is vanity, profit is sanity, but cash is reality.

ROI - Return of Investment

Da imprenditore, parlo a nome di moltissimi colleghi, se affido una campagna marketing ad un professionista/agenzia ESIGO che mi calcoli il ROI in modo scientifico, soprattutto se utilizza come media internet.

Con internet TUTTO si può misurare, c’è chi VOLUTAMENTE evita di farlo omettendo VERITA’ TROPPO SCOMODE e c’è chi, addirittura, NON è in grado di farlo.

Io e i miei colleghi imprenditori frequentiamo convegni di vario genere, di vari settori in tutto il mondo. Quando capitiamo ad eventi dove i relatori sono blogger/SMM, vediamo presentare SEMPRE Case History redatte esclusivamente con VANITY METRICS e mai con SANITY METRICS – spero che qualcuno ci possa smentire con tanto di prove.

Perché? Per rispondere a questa domanda bisogna conoscere e capire la differenza tra Vanity Metrics e Sanity Metrics.

  1. Vanity: lack of real value; hollowness; worthlessness.
  2. Sanity: the state of being sane; soundness of mind.
[cit. Dictionary.com]

Ecco cosa dicono ILLUSTRI esperti del settore:

  • Vanity metrics: Numbers or stats that look good on paper, but don’t really mean anything important.
  • Actionable metrics: Stats that tie to specific and repeatable tasks you can improve and to the goals of your business. <span class="su-quote-cite">Cit. Caleb Wojcik</span>
Vanity Metrics Are What Keeps The Big Dogs Happy There will no doubt be a powerhouse handful of stakeholders that you will be reporting your metrics to. And they will want to see progress.

And you will want to impress them with all those tasty statistics that show ‘growth’. Vanity metrics are the godsend of the boardroom – when all else is failing, at least you’ve managed to accumulate an extra 10,000 followers on Twitter, which has directly resulted in 1,500 more hits on the company’s website – so you must be doing something right.

Phew. But, vanity metrics don’t tell the whole picture, and, most importantly of all, they don’t communicate any knowledge that is at all useful or even practical. Blogging on Litmus.com, Lauren Smith defines vanity metrics as “a number that indicates improvement but is disconnected from the progress of your organization’s mission.”

So, what’s your organization’s mission? Well, it’s more conversions, plain and simple. But more visitors to your site does not necessarily mean more conversions. You can spend thousands of dollars on Google AdWords and Facebook ads, Twitter promotions and all the rest, and yes, you will almost certainly find yourself inundated with extra traffic as a result – but if you’re not making the conversions, then this is simply money down the drain. It’s just junk traffic, and not really worth very much at all. <span class="su-quote-cite">cit. Kerry Butters</span>

You can’t move for the number of tools and platforms that will give you graphs and metrics of social media data.

The frequency of mentions of this, how many likes of that, the number of followers of the other. All wrapped up in a beautifully designed dashboard.

The thing is this “analysis” is often nothing more than pretty noise. And the danger is it can be worse than meaningless, it can be misleading. Really insightful. To find real insight we need to know the who, what and why of the data behind the numbers, how this relates to what we’re seeking to discover and most importantly of all, we need to know the right questions to ask. <span class="su-quote-cite">cit. Adam Parker</span>

Vanity metrics are dangerous <span class="su-quote-cite">Cit. Eric Ries</span>

Ecco alcuni esempi di Case History presentate ad eventi legati al mondo dei bloggers/SMM

Case History 1 (differenti Social Network)

  • 10 bloggers
  • 4.000.000 people reach
  • 100.000.000 OTS (Opportunity To See)
  • 35.000 Instagram photos up to date
  • 1.500.000 euro (Estimated AVE)

Case History 2 (Instagram)

  • 10 blogger
  • + 490 foto postate si instagram
  • + 43K like
  • + 138K followers raggiunti
  • 6.300 persone raggiunte con Facebook
  • 280.000 contatti raggiunti
  • Alla domanda: “Come avete calcolato quelle metriche?”
  • Rispondono: “Le ha calcolate la società XXX.”

Ma come? Si sale su un palco a presentare delle metriche, le proprie metriche e non si sa nemmeno come sono state calcolate?

Perché NON rispondono alla domanda? Forse c’è altro dietro? Forse l’operazione matematica con la quale vengono calcolate tutte le Vanity Metrics, metterebbe in evidenza – in modo imbarazzante – come quelle metriche abbiano valore quasi nullo?

La matematica non è un’opinione. Consigliamo a blogger, imprenditori e uffici del turismo di pretendere da chi sale su un palco e presenta metriche, a chiarire come queste metriche siano state calcolate. Solo così se ne può comprendere il VERO valore.

Inoltre consigliamo ad intraprendere attività di promozione online, ad esempio, con codici sconto, mail, numeri verdi, per poter misurare effettivamente il ritorno di una campagna marketing altrimenti… meglio indossare una t-shirt con il proprio brand, e farsi una bella passeggiata tra la gente: reach e OTS free of charge!

Alla domanda: “Quale è stato il ROI della vostra attività?”

Non rispondono e se lo fanno tergiversano arrampicandosi sugli specchi.

Molto spesso si sente parlare di influencer. Come mai non sentiamo parlare di persone che hanno fatto fatturare i propri clienti?

Leggo di persone che si lamentano della gestione pubblica della promozione turistica del territorio. Perché, quella giusta quale sarebbe? Far spendere all’amministrazione pubblica soldi pubblici per attività “Social” all’avanguardia senza essere in grado di calcolarne il ROI?

Come possiamo considerare professionista una persona/agenzia che non è in grado di calcolare il ROI del nostro/vostro investimento? O che propone, di proposito, attività dove il ROI è difficilmente misurabile se non addirittura impossibile?

Come possiamo considerare professionista una persona/agenzia che NASCONDE o NON AFFRRONTA o NON conosce la problematica dei BOT?

Cos’è il BOT?

Il bot (abbreviazione di robot) in terminologia informatica in generale è un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti umani (per esempio che accede alle pagine Web, invia messaggi in una chat, si muove nei videogiochi, e così via).

Programmi di questo tipo sono diffusi in relazione a molti diversi servizi in rete, con scopi vari ma in genere legati all’automazione di compiti che sarebbero troppo gravosi o complessi per gli utenti umani. Nei paesi anglosassoni, con “Bot” s’intende un programma autonomo che nei social network fa credere all’utente di comunicare con un’altra persona umana.

Questi bot migliorano da anno in anno ed è sempre più difficile distinguere un bot da una persona umana.<span class="su-quote-cite">cit. Wikipedia</span>

In merito vi lascio 5 interessantissimi link – consigliamo di visionarli TUTTI.

  1. SMM e traffico web: come ti (s)pompo il social!
    http://pro.dbatrade.com/wordpress/smm-traffico-come-ti-spompo-social
  2. 2014 Bot Traffic Report
    https://www.incapsula.com/blog/bot-traffic-report-2014.html
  3. Reverse Engineering Socialbot Infiltration Strategies in Twitter
    http://arxiv.org/pdf/1405.4927v1.pdf

Video:

Facebook Fraud

The Problem With Facebook

I Social network valgono quanto un granello di sabbia su di una grande spiaggia, dove tutti gli altri granelli sono SEO e Adwords – fatto da VERI professionisti (ma questa è un’altra lunga storia).

Forse noi imprenditori dovremmo cominciare ad assumere personale con “Contratto a tempo di Social”- in busta paga tanti OTS, Reach, like, follower… Che ne dite? Piacerebbe a qualcuno? Nooo? Ma dai! E perché dovrebbe piacere a noi  imprenditori? Eppure sono relazioni, relazioni umane ;-)

Buon Klout a tutti ;-)

 

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