Messaggio di fine an(n)o. Non c’è Giorgio che tenga

Come ogni anno, siamo tutti in attesa del messaggio di fine anno, i discorsi di fine anno, delle solite chiacchiere… di fine anno.

L’Italia e gli italiani non si smentiscono, meglio le solite chiacchiere che osservare obiettivamente i fatti; se mai volessimo parlare dell’agenda digitale?

Ecco come è, per me, facile immaginare un blister di supposte e distribuirle per cose che non mi sono assolutamente piaciute in ambito web:

  1. Editoria web (tutti scrittori)
  2. Docenti (indecenti promulgatori del nulla)
  3. Da (presunti) esperti sui social a (nominali) esperti SEO
  4. Se non sanno… fanno corsi ad altri
  5. Se non sono del settore, sono esperti di digitale
  6. Più sono popolari ed hanno seguito, meno sanno
  7. Donne e web, il mestiere più antico via social
  8. L’educazione civica non è l’educazione digitale
  9. Più la si spara grossa, più si ha seguito
  10. Joomla e ancora ritenuto un CMS

Messaggio fine anno 2015Ovviamente, le cure (in supposte) non mancano, ma è solamente distribuendo un antidoto “letale” a certi filoni fuffonici e virulenti che avviene il miracolo alla “pre supposta” conoscenza del web: la CULTURA DIGITALE.

La supposta di fine anno che mi pregio di offrire ai tantissimi lettori che ci hanno sostenuto, scritto, condiviso e anche criticato, è racchiuso in un solo concetto semplice:

Non è definibile un punto in uno spazio. Non è possibile che nello spazio ci siano punti fermi. In un sistema in equilibrio, tra spazio e tempo, non c’è un punto, ma un insieme indefinibile di punti.

 

In un concetto strettamente digitale, è tale e definibile un punto quando all’origine ci sono fattori scatenanti e provati tra reale conoscenza ed applicazione, tutto il resto definisce il nulla.

 

Il prodotto dell’aria emessa e scritta attraverso social network, blog e tutte le forme di condivisione “personale” di alcuni, è pari al peso del vuoto in un sistema tra spazio e tempo che determina il nulla; praticamente… non esistono.

supposta webTutto il resto è fatto da chiacchiere; in ambito digitale, la piazza principale per questi chiacchieroni sono i social networks.

L’apoteosi la si raggiunge nei gruppi. Considerando che per la maggior parte sono “chiusi“, la quantità di “inutilità” è tale da far rabbrividire i più dotti.

Un concentrato di richieste sul “come si fa” e sul “cosa si fa” veramente raccapricciante se consideriamo il fatto che si dovrebbe dialogare tra “esperti” del settore.

A ben vedere, il problema è ancora più a monte, chi accetta e seleziona le persone di un gruppo? I “moderatori” dei gruppi, i proprietari (spesso) dei gruppi che altro non sono che la vetrina di pochi ignoti in cerca di popolarità condivisa.

I soliti “capiscoioni” buoni a nulla, perfetti sconosciuti che, attraverso discussioni altrui, non fanno altro che elevare il loro dato di popolarità; provate a fare una osservazione tecnica, non vi risponderanno (o non sanno rispondere)!

Gli esperti “fuffoni” sono oggi dei “docenti” di corsi finalizzati solo a mantenere in essere aziende che non guadagnano più dal lavoro prodotto dalla consulenza o dal lavoro digitale, ma si sorreggono vendendo l’illusione di una formazione a loro futuri e potenziali concorrenti!?!!??

Si è vissuto un anno davvero particolare, crollano tante consolidate convinzioni, aumentano le tasse, per il 2015 saranno tantissimi che chiuderanno le loro posizioni fiscali. Mi rivolgo a loro, ai giovani, a tutti coloro che hanno capito o che vivono sulla loro pelle, la difficoltà per gestire questo settore ed essere concorrenziali.

L’obbiettivo è stato l’errore, non è la “popolarità” che tanti hanno curato scrivendo anche dei discutibili libri che doveva essere raggiunto, ma fare “cultura digitale”, edotti gli utenti, più comprensibili le azioni che gli esperti del settore applicano per i loro clienti.

Vige il regime del “fuffone popolare“, il “Giorgio” del populismo di massa. Generare caos in maniera scoordinata proprio per scongiurare una condizione di equilibrio.

Buon 2015!

Fanfare, bandiere, parate.
Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi.
Diecimila stupidi sono una forza storica.

(Leo Longanesi e Franz Kafka)

 

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