Social Media Specialist: il Bluff del Web

Et voilà!

Nel periodo in cui “Se non sei su Facebook, non esisti”, ecco che assistiamo alla comparsa di sempre nuovi – e preparatissimiSocial Media Manager. Nulla di strano per chi si intende di economia. All’aumentare della domanda, l’offerta risponde. Ma, allora, perché – nonostante tutti questi professionisti in giro – la tua pagina Facebook non funziona? Perché hai 10.000 fan e non sai che fartene? Facciamo così: mettiti comodo, ché ti racconto la favola del #socialcoso.

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C’era una volta un Social Media Specialist

Un professionista esperto nella gestione dei social network. Un giorno incontrò Franco, piccolo imprenditore, proprietario di una pizzeria in centro. Ecco quello che accadde.

“Ohi Franco, ma che davvero la tua pizzeria non è su Facebook?”.

“Mah, sai che io ci capisco niente di quelle cose di computer. Però mio nipote ha detto che mi ci ha messo”.

“Sì, sì: ci sei. Ti ho trovato! Seee, ci sei. Diciamo che tuo nipote – che ha fatto già tanto, visto che non è un professionista – ha aperto la pagina della pizzeria. Morta lì”.

“Aspetta, aspetta: spiega un po’! Cosa vuol dire che è morta lì?”.

“Beh, sai com’è Franco, Facebook è un po’ come una piazza. Non basta mica affittare un negozio per vendere la merce. Devi fare in modo che la gente ci entri. Dai, lo sai meglio te di me, su!”.

“Sì, so come funzionano ‘ste cose: ho una pizzeria, però mica lavoro con internet! Ma, secondo te, cosa posso fare per fare entrare della gente nel mio Facebook?”.

E fu così, che il buon Social Media Specialist portò a casa un nuovo cliente. Una pagina Facebook da gestire e qualche fattura da qui alla fine dell’anno assicurata. E bravo lui!

Come in ogni favola che si rispetti, però, c’è sempre qualcosa che mette i bastoni fra le ruote al protagonista. Nel nostro caso è il budget: l’acerrimo nemico dei professionisti del web. Eh, sì, perché Franco non aveva previsto di spendere dei soldi per Facebook. Al massimo, può investirci un centinaio di euro al mese. Non di più, ché mica ha mai sentito parlare di un pizzaiolo che con internet ci ha guadagnato.

Ma il nostro Social Media Specialist – professionista di buon cuore – non si sente di rifiutare: aiuterà Franco, nonostante i pochi soldi a disposizione. Inizia per lui un duro lavoro: analisi della concorrenza, strategia di comunicazione, calendario editoriale, redazione dei contenuti e gestione della pagina. Ore e ore e ore e…

No, aspettate: fermi tutti! Mica continua così la storia.

È tutto molto più semplice: per il bravo professionista del digitale 100 euro si trasformano – tolte le imposte – in una cinquantina di spicci. Considerando il costo della corrente elettrica, dell’adsl, quello per le eventuali visite di cortesia a Franco (ohi, sia mai che perda un cliente eh!) e le varie ed eventuali, al sempre ottimo esperto di social media marketing restano circa 20 euro. Non male, davvero.

Ponendo che il suo costo orario sia inferiore a quello di una baby sitter, ha a disposizione 4 ore al mese da dedicare alla pizzeria di Franco. Già, 240 minuti per aumentare i fan della pagina, creare i contenuti, controllarne l’andamento e lavorare per fidelizzare gli utenti.

Ora, non serve che prosegua vero?

Social Media Marketing: budget risicati e gestione standardizzata

No, non vado oltre perché non mi va di dover inventare un happy ending per la nostra storia. La verità è che, per quanti professionisti della comunicazione sui social si vedano in giro – i risultati che le PMI ottengono sono, spesso, insoddisfacenti. Per non dire nulli.

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Il punto è che se il budget a disposizione è basso, il professionista del web deve ridurre gli sforzi: ottimizzare tempo e risorse. Quindi, ecco cosa accade: il Social Media Specialist sa che dovrà produrre un po’ di contenuti e pubblicarli (cosa che, di per se stessa, farà felice il cliente – considerando che, prima del suo ingresso in scena, la pagina era morta). Al massimo investirà una piccola parte del suo compenso per una campagna di social advertising dedicata all’incremento dei fan (o gliene comprerà un po’, tanto mica è un esperto lui!).

Morale della favola: il cliente non vede risultati, dopo qualche mese si sente frodato e revoca l’incarico al Social Media Specialist. Il secondo ne risente, ma sa che il mare è pieno di pesci. Non si preoccupa troppo, insomma.

Chi, invece, ne paga le conseguenze sono altri soggetti. Uno è Franco, l’ormai ex-cliente, che da adesso si convincerà che i social network non servono a nulla se non a gettare soldi. Un altro è lui: il Professionista della Comunicazione Digitale, quello che per 100 euro di budget nemmeno accende il tablet. Quello che, sapendo che non potrà mai far raggiungere a Franco dei risultati soddisfacenti con un compenso così basso, si fa dare l’indirizzo del nipote e la sera gli scrive un’email.

Sì, una manciata di linee guida su come produrre e pubblicare post sulla pagina Facebook della pizzeria, con tanto di link ad articoli di approfondimento. Qualche consiglio su come gestire i fan ed evitare di creare problemi allo zio. Stop.

Tutto qui.

Sì, perché quello che avrebbe fatto un altro esperto di social media (per un piccolo compenso, di poche centinaia di euro) sarebbe stato lo stesso. Ergo, meglio lasciare che un giovane – che con internet ci è nato e cresciuto – impieghi un po’ del suo tempo a fare qualcosa di buono per aiutare lo zio. Chissà, magari il suo intuito, la sua voglia di sperimentare lo porteranno ad optare per strategie efficaci.

E vissero tutti (sui social) felici e contenti

Ecco: fine della storia.

Aspetta: hai già chiuso la pagina? Ho un’ultima cosa da dirti.

Ricorda: per tutto il resto c’è il (vero) professionista del web.

Punto.

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