Come diventare Travel Blogger

Travel Blogger: viaggiare per il mondo scrivendo per un blog, cosa fare per diventare un Blogger influente e guadagnare attraverso i tuoi viaggi…

Chi è un travel blogger, cosa fa un travel blogger, come riesce a guadagnare dei soldi viaggiando?

travel blogger da paura

Il vero travel blogger.. da paura!

Travel blogger italianoIl primo obbiettivo da raggiungere, la prima cosa importantissima da dire per tutti i giovani che si avvicinano a questo mondo è dire loro la verità: i bloggers sono una cosa, i travel bloggers sono altro. In Italia, il travel blogger è una persona che intende fare soggiorni gratis in hotel, viaggiare spendendo il meno possibile raccontando di avere “seguaci” e di poter incrementare i soggiorni a chi lo ospita, solo perché scrive su un blog, spesso suo e con dati non “certificati” o meglio, non pubblici, da poter consultare.

Fatta questa premessa, possiamo ripeterci la domanda iniziale e incominciare a definire meglio chi è un travel blogger:

Un parassita!

E sì, siamo davvero di fronte a una scuola di pensiero, spesso associativa tra blogger, che non fa altro che “pianificare” e “illudere” di avere una rilevanza e un peso in visibilità, cosa che viene subito ribadita e chiarita dalle prime battute di un colloquio con un travel blogger: il mio blog ha milioni di accessi a settimana, miliardi al mese e se non li fermate, finisce che dicono la parola magica del momento: Bigdata… LOL!

Ma le aziende e le strutture turistiche sono preparate a distinguere chi è davvero un professionista da chi non lo è?

Siamo in un ambito così tanto ampio che davvero si fa fatica a spiegare alle strutture turistiche di tutti i livelli (e non ultime anche quelle del settore food) che questi signori blogger spesso sono solo uno specchietto per le allodole; la farsa di un pavone in fase di corteggiamento che ottenuto l’accoppiamento… se ne guarda bene anche solo di annotare come si chiamava la struttura turistica!

Come ci si difende da questi parassiti comunemente chiamati blogger nel settore travel? Piattole di un sistema non basato su fatti, ma su una ingannevole interpretazione di numeri?

I fattori determinanti per smascherare la maggior parte dei bloggers possono essere:

  • Dati del blog sul quale scrivono
  • Dati di commento e condivisione nei social
  • Il reale reach su azioni mirate e “tracciabili”

Ma guardiamo punto per punto e facciamo un’analisi “corretta” che consenta anche agli “onesti” di poter essere “distinti” da una massa che davvero è diventata una piaga scrotale con piattole senza scrupolo a succhiare!

Measuring & Tracking Success of your SEO Strategy

big data travel blogger

Servizi di BigPatata: i servizietti delle Travel Blogger… net.

  • Basta aprire un blog? NO!
  • Basta avere un account popolato in WordPress.com o Blogger? NO!
  • Basta dire di avere tante visite? NO!
  • Numeri sommari di accesso a una rete di BLOG? NO e ancora NO!

Ho girato tutto il Mondo e mi sono reso conto…

Siccome si leggono “ricette” per diventare blogger simili alla lista della spesa (cosa molto seria a confronto), cerchiamo di spiegare con precisione ai lettori ed ai non addetti ai lavori “perché” questi Travel Blogger raccontano “barzellette”:

  1. Aprire un blog non significa nulla, bisogna sapere cosa fare e come farlo, non ci si improvvisa.
  2. Piattaforme di condivisione blogging hanno un elevato tasso di popolarità apparente, ma sono zoombie digitali di BOT per giustificare pubblicità alle concessionarie di banner e PPC ed affini.
  3. Le visite ad un sito/blog devono essere certificate: pulite da visite NON REALI come quelle generate dai BOT (approfondisci l’argomento roBOT).
  4. Siccome è difficile dare numeri con un solo blog, dati che siano di rilevanza e non i 2000 accessi/mese tanto per farli, questi signori hanno ben pensato di mettersi assieme e applicare la formula: asino + asino = travel blogger! Le visite generate dai singoli blog in un network sono la som(m)a degli asini che sono!

Considerando i fattori determinati di cui ho fatto l’elenco, se chiedete a questi Travel Blogger di inviarvi i dati direttamente da Analytics dei loro blog… potrete scoprire cose davvero interessanti. Non sapete come? Lo spiego io qui di seguito, vi basterà visualizzare l’anti fuffone:

Measuring travel blogger fuffa…

Gli fate aprire Google Analytics e vi fate inviare la mail come da immagini di seguito:

travel-blogger-analytics

Tutte le schermate hanno la possibilità di essere inviate via mail tramite Google; in questa schermata, troveremo la panoramica del sito del vostro blogger di riferimento.

travel-blogger-report

Google aggiungerà in automatico la mail di partenza (Da), nel campo A, farete inserire la vostra mail, scegliere il tipo di allegato (report) che, nel caso dell’immagine e per praticità, io ho selezionato come PDF, in “Frequenza”, io direi che basta una sola volta, altrimenti continuerete a ricevere mail di un sito di blogger e continuerete a ridere di gusto!

travel-blogger-report-analytics

E’ possibile impostare il periodo di riferimento, bastano anche gli ultimi 3 mesi per verificare i dati basilari, nel caso, anche confrontarli con periodi precedenti come indicato dalla seconda freccia rossa.

travel-blogger-dati

Ed ecco i primi dati che possono tornare utili alla valutazione del blogger:

  1. Visualizzazioni di pagina
  2. Visualizzazioni uniche
  3. Tempo Medio pagina
  4. Frequenza di rimbalzo

Ovvio che quei dati sono in riferimento a quel periodo di riferimento come indicano le frecce.

Ma c’è comunque da fare delle considerazioni ancora più profonde; e se quei dati sono influenzati da BOT? Hehehe… anche quello è possibile andare a verificare, magari, vi fate mandare la lista dei refferral, bastano i primi 10, così vi rendete subito conto dalla frequenza di rimbalzo, se si tratta o meno di esseri umani; non credo che voi riusciate a leggere la pagina del fuffone di turno in una manciata di secondi… tolto il caricamento pagina, o siete un BOT oppure aspirate al guinness dei primati dei travel blogger fuffonici!!

analytics travel bloggerCome potrete notare, sono sessioni utili a gonfiare i dati sopra descritti, notare la frequenza di rimbalzo, pagine per visita, tempo di permanenza. C’è altro da aggiungere? Avete capito come lavorano?

Ma torniamo ai network organizzati. Servono per “impressionare” l’utente medio, la struttura turistica, la Regione di turno, il Tour Operator, ma che hanno fatto?

Una BOTnet a tutti gli effetti, networks organizzati di più blogger che non scrivono tutti su una stessa testata, un blog collaborativo, sarebbe stato troppo difficile da far crescere, hanno “unito le forze” e quindi, considerano i soli dati di visualizzazione di pagina, pagine uniche ed omettendo tempo medio e rimbalzo, hanno sommato i dati di tutti i loro singoli blog in uno sito che li rappresenta tutti, lo “specchietto per le allodole” e dicono che generano traffico con numeri da 1.500.000 di risate! Leggete voi stessi:

botnet travel blogger

Screenshot di uno dei vari Network fatti da travel Blogger

Ovviamente questa immagine chiarisce anche il concetto di “supremazia totale” nel settore dei travel bloggers italiani: fanno concorrenza anche a Twitter, a Facebook, Pinterest e Instagram; lo affermano loro: “I social network sono in grado di coinvolgere più di 800.000 persone”… peccato che le fonti di quei dati buttati così “tanto al chilo”, non hanno alcun riferimento tangibile, un minimo di riscontro, se non la loro parola.

Mi aspettavo anche i BigData; li ho trovati nello stesso sito! Wow!!

Ovviamente… se volete contraddire quanto scritto, qui sotto ci sono “tutti” i link per permetterti di dire la tua, ma solo se sai di cosa parli, altrimenti, lascia perdere, il silenzio è più dignitoso!

 

5 commenti
  1. Rinaldo
    Rinaldo dice:

    Un punto di vista tecnico ben articolato, tanti spunti per fare riflessioni sulla reale consistenza di un blog dedicato al settore del turismo, di per se difficile in Italia dal punto di vista delle attività di blogging mirate a promuovere un territorio.

    Grazie e complimenti.

    Rispondi
    • Alessandro Vitale
      Alessandro Vitale dice:

      Grazie Rinaldo.

      Concettualmente, non ci sarebbero dei limiti, fattivamente però, il passo a far diventare pubblicità ingannevole quanto raccontano i signori blogger, è un danno per il settore intero.

      Attività di blogging legate a un solo blogger? È come il personal branding sbandierato in questi anni, ma davvero io imprenditore legherei l’immagine della mia azienda a una persona?

      Parallelamente, il micro blogging inteso come attività di promozione alle strutture turistiche, se non fatto direttamente dalle aziende, farlo fare per cento di una azienda su un profilo diverso da quello aziendale, a chi serve?

      Poi c’è il problema dei numeri, dei BOT e della AGCM che non dà alcun segno di vita in questo ambito, il silenzio sembra essere un assenso anche del Garante italiano.

      I blogger? Quelli seri esistono, ma si sentono davvero poco; peccato!!

      Rispondi
      • Rinaldo
        Rinaldo dice:

        Eppure c’è un gran bisogno di avere blogger che raccontino il territorio italiano, in pratica sconosciuto sotto certi aspetti.
        Lasciando da parte i Comuni, quelli più interessati dovrebbero essere gli operatori turistici, i quali sottovalutano alla grande questo aspetto della comunicazione.

        Ciao Alessandro e buon lavoro.

        Rispondi
        • Daniele Vinci
          Daniele Vinci dice:

          Il territorio ha necessità di “narrazione” diffusa da parte di operatori, aziende del settore turistico ed (anche) da parte di copywriters seo che possono costruire testi validi per le aziende turistiche al fine di offrire loro maggiore qualità di contenuti, ammesso che ci siano le condizioni strutturali per farlo.

          Da questa possibilità c’è chi ha visto del business “vendendo” storie senza coordinare le azioni e convergere il peso del loro operato verso le aziende del territorio.

          Oggi, però, è davvero utile investire in questo modo quando il web si muove “aggregando” l’offerta?

          Cosa se ne fa un hotel di 10 blogger che per 1 settimana scrivono e condividono foto con loro profili personali senza una logica di web marketing strutturata. Sembrano più degli happening web, che non seguono la logica della costruzione persistente di contenuti strutturati e matematicamente linkati per dare valore.

          Fare web marketing significa analisi e strategia e si lavora con modelli matematici previsionali e non con foto condivise, secondo te un tedesco, o un giapponese che deve venire in Italia segue un blogger italiano su instagram prima di decidere quale luogo scoprire?

          Tu prima di scegliere quale luogo visitare in Italia vai a guardare su instagram chi va vedere il territorio o cerchi su Google informazioni sulle località da visitare?

          Grazie del commento.

          Rispondi
    • Alessandro Vitale
      Alessandro Vitale dice:

      Certo Rinaldo, ma dove hai mai letto quanto hai letto qui?

      In qualche sagra tipo BTO? E allora ci sarebbe da riflettere e capire bene che il coacing a cui puntano tutti i fuffoni, non è altro che l’ennesima trasformazione della falena.

      Una ulteriore dimostrazione che il silenzio è un assenso, che la supposta è arrivata al nocciolo del problema!

      Buon lavoro a te!!

      Rispondi

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