Il SMM frustrato: ti sei stancato di non essere nessuno?

«Essere, o non essere» (To be, or not to be nell’originale inglese) William Shakespeare

È una frase solo dell’Amleto?

Ma nei social, nel linguaggio dei nostri giorni, tra SMM (Social Media Manager), influencers, “essere o non essere” come potrebbe essere definito?

Popolare o non popolare, questo è il problema!?

La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio. Elio Vittorini

Che una cosa impossibile accada, non solo è molto probabile… è SICURO!

Forse sì, siamo alla fine arrivati al dunque dell’essere, animati da pseudo profili (parecchi falsi) che dicono quello che non sono, condividono quello che non è loro, rispecchiano i desideri di altri: il social networking è davvero uno specchio della società reale moderna?

I grafi sono strutture matematiche discrete che rivestono interesse sia per la matematica che per un’ampia gamma di campi applicativi.

In ambito matematico il loro studio, la teoria dei grafi, costituisce un’importante parte della combinatoria; i grafi inoltre sono utilizzati in aree come topologia, teoria degli automi, funzioni speciali, geometria dei poliedri, algebre di Lie.

I grafi si incontrano in vari capitoli dell’informatica (ad esempio per schematizzare programmi, circuiti, reti di computer, mappe di siti).

Essi inoltre sono alla base di modelli di sistemi e processi studiati nell’ingegneria, nella chimica, nella biologia molecolare, nella ricerca operativa, nella organizzazione aziendale, nella geografia (sistemi fluviali, reti stradali, trasporti), nella linguistica strutturale, nella storia (alberi genealogici, filologia dei testi). Wikipedia

Evidentemente l’analisi da fare è anche più profonda, l’esperienza con questa realtà di satira del settore web, ci ha portato spesso a dei confronti duri, alla distorsione di altrui verità che si sorreggevano su illazioni o ancora peggio, su condivisioni di massa che hanno trasformato delle “non notizie” o dei “non esperti” in notizie ed esperti; e non dico cose a caso!

Dunque siamo parte di un grafo* illusorio che non definisce matematicamente nulla, ma conferma l’inconsistenza, la non verità su una sola possibile strada: quella della presunzione.

Certo, dura da digerire, ma se sapete di essere SMM, c’è bisogno di ripeterlo ogni volta ed a chiunque vi segue? Come utilizzare sempre uno stesso hashtag per identificare un pensiero ridondante che inequivocabilmente presume proprio una differenza di conoscenza (LOL n.d.r) tra chi lo scrive e chi lo legge.

Ed ecco che a supporto di quello che si pensa di essere, spesso anche a valle di esperienze di studio (un problema che affligge i laureati), si arriva a “presumere” di essere; ma quando poi gli obbiettivi sono mancati, la maschera che si indossa, il modo di fare, non rispecchia quell’immagine che i soggetti si sono costruiti; sorretta da milioni di inutili interazioni sociali, “mipiace”, cuoricini, +1… (anche con perfetti sconosciuti) che succede? Cade la maschera, scacco al “matto” SMM, influencers, scrittore, esperto, ecc… ecc… !

Il re del nulla è nudo, cadono i veli e una sorta di frustrazione arriva, ecco che il social, in merito, non può fare altro che amplificare queste condizioni fino a quasi assorbirle latentemente generando il falso mito degli esperti, guru, social media strategist… insomma, alla canna del gas ci sono già in parecchi.

Abbiamo parlato in passato di travel blogger, pochi passi bastano per aprire un blog e “dire di essere dei travel blogger”, elevarsi ad esperti e quindi “insegnanti/docenti” e si indottrina altri su come si fa ad essere il punto di riferimento, come ci si pone a leader del settore (sono tutti leader, se ci fate caso…); ma poi non si rispondono a delle semplici domande, non si sa gestire il crisis management ed al conteggio dei numeri BOT, anche un asino blogger arriva a smettere di volare!

scacco matto social media marketing

Il migliore tra i blogger spesso ha barato, ci sono tanti che lo ammettono (finalmente). Hanno utilizzato scorciatoie come comprare dei “mi piace” per la diffusione nei social dei reportage, usato social BOT e search BOT per amplificare una qualche iniziativa, un pensiero, una immagine, ma poi?

Il Marchese del Grillo:

Al vaglio delle ipotesi, non dire cose a caso vuole proprio significare: “aumentare” la percezione agli altri del proprio “non essere”.

Già, avete letto bene: tanti s’improvvisano e si lanciano in progetti più o meno ambiziosi, ci si sente parte di un gruppo, poi si fanno i conti con gli investimenti in tempo, dei ricavi economici effettivi non arrivano e parecchi capitolano.

Ma non è così facile come sembra, la costanza e la serietà sono fattori determinanti non solo per il gruppo, ma anche per il singolo elemento, ma se non si ha la stoffa, è meglio abbandonare il progetto.

L’analisi del settore, vede nel GRAFO proprio quanti “credono” di essere, ma di fatto non sono: ecco che un gruppo sta stretto, che le iniziative cominciano ad essere non più interessanti e le scuse finiscono quasi sempre a palesare… la canna del GAS!

Già… si sottovalutano le palestre, quelle scuole di vita e di esperienza anche collaborativa che non per forza devono generare economie, ma possono comunque dare delle risposte in termini di crescita e di cultura personale, collaborazioni dirette o indotte.

Non si lavora mai per niente ed è verissimo, allora conviene invitare queste persone ad essere più umili e seguire il consiglio che tanti colleghi seri suggeriscono: i corsi sono utili se sono di valore, almeno la consapevolezza di non dire troppe cazzate in pochi aggiornamenti di stato e magari sullo stesso argomento, può essere d’aiuto!

SMM: La tremenda realtà del mancato risultato

Il web non è per tutti, vero che oggi basta essere iscritto in una community e ci si sente parte del sistema, se si ha il coraggio di scrivere e di intavolare qualche discorso serio, ecco che subito l’orgoglio rinvigorisce e ci si sente tra i grandi; non è così per tutti e infatti i corsi esistono proprio per formare provetti “chi che sia” a perfetti modelli di business a mezzo web; il risultato sono i SOCIAL MEDIA STRATEGIST.

Ma perché ci si limita al solo social, meglio aprire un blog, ma poi la realtà presto diventa una spietata verità e quello che sembrava “facile”, quello che vi avevano raccontato al corso e che poteva essere il “must” della vostra vita lavorativa attraverso i social e al vostro business digitale… svanisce come un peto nel vento!

Infatti, sempre più spesso vediamo “salti” alla “Olio Cuore”; da esperti di Social e morte della SEO a conversioni o rinegoziazioni effettive e senza alcun pudore. Ancora più divertenti sono quelle affermazioni pubbliche di autrici/autori di libri specifici di Facebook che “oggi” ammettono che le ADS di Facebook funzionano “A MENO CHE…” non siano loro a farle funzionare a suon di cazzate condivise da un pubblico di sedicenti “cultori” del guru nostrano proprio attraverso i social!

Ma non era tutto possibile nei social networks? La terra dei balocchi? Le ADS dei miracoli e dei gelati?

Tutti hanno scritto libri, poi si leggono decaloghi di social media strategist di turno in Facebook ed è tutto il rovescio di quanto hanno scritto in precedenza; ci siete arrivati ora?

Siete fantastici… scrivete nelle bacheche personali e non sulle pagine, ma raccontate alle aziende di usare le pagine Facebook, profilarle e riempirle per poi fare ADS…

“Il mistero siete voi!” Cit. McVitale

Meglio usare un profilo o una pagina Facebook?

Pagine professionali che vengono “abbandonate”, il profilo personale del guru di turno funziona meglio, questo lo affermano anche i boy scout “di Facebook”, ma il riscontro numerico è impietoso, i commenti imbarazzanti ed ecco che si sentono stanchi di non essere nessuno, il SMM frustrato è la peggior specie di “non esperto” che si sente di essere qualche cosa, anche se non riesce a sfondare, ma lui sa di essere… cosa, lo terrò per me!

Come co-ideatore di Suppostaweb ho fatto qualche riflessione ponendomi anche in modo autocritico verso me stesso; ma sarà la mia voglia di testare, giocare con i numeri, fare ricerca che mi ha portato a vedere in SuppostaWeb il contraddittorio che non c’era e che ora esiste.

Abbiamo posto domande, invitato a confronti pubblici, ma non mi sembra che ci siano state inconfutabili risposte da super guru che mi distogliessero dall’affermare con convinzione che:

Essere o non essere… non è il problema, è il Social Media Strategist “il frustrato che non esiste“.  Cit. McVitale

 

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