Ironia, sarcasmo, satira: lo zen e l’arte dello sfanculamento.
Devo dire che sono un po’ stufa che ogni volta che su Supposta esce un articolo, i commenti dei lettori siano sempre gli stessi: invidiosi, cattivi e bla bla bla, quindi a questo punto della storia, mi sento in dovere di scrivere un piccolo vademecum assolutamente inutile, ma molto chiarificatore in aiuto dei poveri cristi che, non essendo dotati di senso critico, si fanno un fegato tanto ogni volta che non vengono lodati dopo ogni loro mossa.
Anche se sono totalmente priva di intento didattico, spiegherò in modo semplice e coinciso i concetti di ironia, sarcasmo e satira, sperando di risollevare in qualche modo la salute fisica e mentale dei commentatori.
Inizio così: vi capisco, ci siamo passati tutti. Tutti abbiamo avuto idee che nella nostra testa erano geniali che non hanno funzionato perché totalmente prive di fondamento. Quelle intuizioni, che sembravano destinate a cambiare il mondo, in realtà erano emerite cagate.
Poi un giorno, qualcuno lo dice e bisogna prenderne atto, almeno le persone adulte lo fanno.
Ecco, un sacco di persone proprio a questo punto mettono il muso. In realtà c’è tutta una gamma di reazioni: ci sono quelli che mettono il muso e insultano, quelli che rifiutano di ammettere, quelli che smettono di parlare.
A questo punto, introduco un concetto amaro: se un’idea mi piace e mi fa comodo, non è detto che sia giusta. Offendersi se qualcuno me lo fa notare, forse non è così una buona reazione.
Alcuni saggi, per fortuna, comprendendo le difficoltà del caso, riescono a dire ciò che pensano attraverso l’umorismo: hanno trovato il modo di risolvere la questione con una riflessione e una risata.
The Big Bang Theory… il ritorno al futuro!
Per capire meglio in che modo, ricorro a esempi e idee che arrivano dai nostri amici latini e greci, che tra i primi hanno strutturato questi concetti astratti:
Se qualcuno vi si rivolge usando queste tecniche, prima di far finta che io non stia parlando con voi, fate un esame di coscienza e magari crescerete un po’.
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